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Norwegian Wood di Haruki Murakami

Prima di Norwegian Wood di Haruki Murakami, ho letto Vento e Flipper, Nel segno della pecora e La fine del mondo e il paese delle meraviglie.

Breve premessa

Vento e Flipper sono i primi due brevi racconti scritti dall’autore.

Nel segno della pecora ha gli stessi protagonisti di questi ultimi, un po’ cresciuti e ovviamente cambiati.

Costituiscono quindi una tetralogia, definita “la tetralogia del ratto”(l’ultimo libro della tetralogia è “Dance dance dance”) dal soprannome del migliore amico del protagonista.

Anticipano gli argomenti che stanno più a cuore a Murakami: la ricerca di sé stessi, la morte, la solitudine, la crescita personale, il sesso.

Sono tutti temi accennati che poi vedremo svilupparsi nei romanzi successivi, pervasi da un’atmosfera onirica e da un realismo magico tipici dell’autore.


Di solito la ricerca di qualcosa, come il flipper o la pecora, nascondono un altro tipo di ricerca. Una profonda ricerca nel proprio inconscio, che non sempre porta risposte ben definite, ma ci lascia in una condizione di sospensione tipica di Murakami.

Se vi piacciono i libri che seguono sempre un filo logico e che hanno un finale ben definito ed esplicativo, cambiate autore.

Se vi piace, invece, lasciarvi trascinare da una corrente che non sapete bene dove vi porterà buttatevi a capofitto in queste splendide opere.

Credo sia più reale Murakami nel suo realismo magico, che tanti altri autori che pretendono di avere tutte le risposte, poiché nella vita reale quante volte ci capita di non riuscire a trovare le risposte a tutte le nostre domande.

Riletture e ripensamenti

Norwegian Wood è il primo romanzo realistico di Murakami e si discosta molto dalle atmosfere in cui siamo di solito immersi quando leggiamo un suo romanzo.

Proprio per questo motivo, quando lessi il libro per la prima volta (10 anni fa), lo accolsi con molta freddezza, anzi ero proprio delusa poiché non mi aspettavo questo cambiamento così radicale.


A distanza di anni mi sono sentita completamente stupida ad aver avuto quella reazione, anche perché dopo la rilettura mi è piaciuto tantissimo e mi ha emozionato così tanto che in molti punti del libro mi sono proprio commossa e mi succede abbastanza raramente.

È uno scritto così personale e così intimo, ricco di riflessioni sui temi più disparati, come il suicidio e l’elaborazione del lutto, il sentirsi inadeguati in quanto giovani, la salute mentale ecc.

Ammetto che io sento una grande chimica ogni volta che leggo un libro di Murakami e ne sono totalmente innamorata.

Trama

Comunque mi sembra arrivato il momento di passare alla trama del romanzo, che di per sé è molto semplice e lineare.

Il libro inizia con Watanabe, il protagonista, che ha ormai 37 anni e che, durante l’atterraggio di un aereo sul quale sta viaggiando, ricorda persone e avvenimenti di almeno 20 anni prima.

Da qui un lunghissimo flashback nel quale racconta delle persone più importanti della sua adolescenza e giovinezza, Kizuki, Naoko, Midori, Katagawa, Reiko.

Sono tutti personaggi che in un modo o nell’altro hanno contribuito a modificare il corso della sua vita e che hanno avuto un ruolo importantissimo nella sua formazione e nella sua crescita.

In particolare Naoko e Midori, le due ragazze che metteranno in crisi il protagonista, sono il motore del romanzo e saranno i due personaggi principali di cui impareremo a conoscere le storie, le preoccupazioni e i sentimenti, con descrizioni che solo un uomo dalla sensibilità di Murakami può riuscire a creare.

Considerazioni personali


Le donne, nei suoi romanzi, sono sempre fondamentali, ma non solo nella loro dimensione fisica, ovvero come partner sessuali, ma anche e soprattutto nella loro dimensione interiore, nella loro sensibilità e nelle loro preoccupazioni.

Il suicidio e la morte la fanno da padrona in questo romanzo e c’è una riflessione che mi ha particolarmente colpito: per quanto possiamo sapere e comprendere che la morte fa parte della vita, il dolore e la sofferenza per una perdita importante non diminuirà mai e sarà sempre lacerante.

<<La morte non è qualcosa di opposto, ma di intrinseco alla vita.>>

Vuoi leggere altre recensioni dell’autore? Vai Alla scoperta di Murakami sul nostro sito.

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