Lolly Willowes di Sylvia Townsend Warner è il primo romanzo scritto dall’autrice e pubblicato nel 1926.
La protagonista Laura, detta Lolly, ha 27 anni quando è costretta a lasciare la tenuta di Lady Place, dove ha vissuto con il padre fino alla morte di quest’ultimo. Da donna nubile, si trasferisce a Londra con la famiglia del fratello.
Lolly a Londra non ha particolari motivi per lamentarsi; a casa del fratello Henry con la moglie Caroline e i nipoti è semplicemente zia Lolly e nessuno può farne a meno. Lei però sente un particolare richiamo: quello dei boschi, dei sentieri erbosi al crepuscolo, delle foglie che cadono. Sente nostalgia della tenuta di Lady Place, in cui era abituata ad avere tanta libertà e spazio in cui muoversi.
Per questo a circa 48 anni si trasferisce a Great Mop, in un luogo al limitare del bosco. Decide di trasferirsi da sola in una casa di campagna perché sente di essere una strega e di cadere in potere del principe delle Tenebre.
A Great Mop Lolly può essere sé stessa. Si addormenta nei boschi, partecipa ai Sabba, ha un colloquio con il Diavolo e quando i parenti vengono a trovarla fa di tutto per allontanarli per non sentire di nuovo quel senso di oppressione che aveva quando abitava a Londra.
“Ecco: quando penso alle streghe, mi sembra di vedere in tutta l’Inghilterra, in tutta l’Europa, tante donne che vivono e invecchiano, diffuse come le more selvatiche e altrettanto trascurate”.
Lolly rappresenta tutte le donne nubili che cercano la tanto agognata libertà senza l’obbligo di vivere con la loro famiglia. Il romanzo è abbastanza comprensibile ma in alcuni punti risulta un po’ ostico. Ci sono elementi soprannaturali che non si comprendono ad una prima lettura e hanno bisogno di un’interpretazione. L’opera è scorrevole nella prima parte, ma diventa meno fluida nella seconda. Sicuramente leggerò altro di questa autrice e ne consiglio la lettura.
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