Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi è un libro che avevo in mente di leggere da tempo. Quando è arrivato il suo momento ero emozionata ma anche agitata perché sapevo che avrebbe provocato in me emozioni forti.
Così è stato e proverò a spiegare le mie emozioni passo dopo passo.
Trama
Leggere Lolita a Teheran è un saggio e racconta un momento molto delicato della vita dell’autrice. Azar Nafisi, insegnante di letteratura inglese all’Università di Teheran, assiste alla rivoluzione islamica in Iran e a un capovolgimento dei valori che lei aveva sempre sostenuto e fortemente influenzati dalla realtà occidentale.
Azar Nafisi non può più andare in giro a capo scoperto, ma deve indossare il velo. Le donne non posso guardare gli uomini perché accusate di provocarli. Non possono avere una ciocca di capelli fuori dal velo. Molte di loro verranno incarcerate e giustiziate perché si opporranno al nuovo regime.
Azar Nafisi tenta di portare avanti la battaglia di non indossare il velo insieme ad altre docenti ma non c’è nulla da fare. Si licenzierà e inviterà sette delle sue migliori allieve a seguire seminari di letteratura occidentale nel suo salotto. Si parlerà di Lolita, di Gatsby, di Jane Austen e di Henry James. Questi seminari segreti saranno l’occasione per le ragazze di spogliarsi letteralmente e metaforicamente di tutte le brutture e gli abusi che stanno subendo.
Considerazioni personali
Ho letto questo saggio solo dopo aver letto almeno un’opera di cui si discuteva al suo interno. Ho imparato tantissimo dai seminari di Azar Nafisi e mi sarebbe tanto piaciuto seguire un suo corso.
Partiamo da Lolita.
Quando l’ho letto la prima volta ho provato disgusto verso Humbert Humbert, come è normale che sia. Un vecchio patrigno che abusa della sua figliastra non può che provocare disgusto. Ma ho anche capito, grazie ad Azar Nafisi, che Humbert rappresenta i regimi totalitari che vari paesi subiscono.
Infatti nell’opera di Nabokov non sappiamo mai qual è il punto di vista di Lolita. La vediamo solo con gli occhi del suo aguzzino che ce la presenta come una ninfetta, un oggetto del desiderio che provoca tutti con il suo modo di fare.
Non ci accorgiamo che Lolita è totalmente imprigionata se non quando, alla prima occasione, fugge con un ragazzo che le ha dato un senso di protezione. Azar Nafisi mi ha fatto capire che un’opera di Nabokov può avere punti in comune con i grandi regimi totalitari della storia.
Allo stesso modo ho capito che Gatsby è un uomo abbandonato da tutti nel momento del bisogno, popolare solo in virtù della sua ricchezza e che ha basato la sua vita su un’illusione. L’amore per Daisy, il suo faro nella notte, era solo un’illusione alimentata nel tempo poiché la ragazza non aveva affatto intenzione di lasciare la sua vita da ricca e viziata per vivere il suo amore romantico con Gatsby. Fitzgerald non vuole far altro che denunciare la corruzione e l’indifferenza delle classi ricche.
Anche su Austen e James ho imparato molto.
I romanzi di Jane Austen, spesso considerati romanzetti da donne, contengono in realtà una dura e lucida critica alla società del tempo. In particolar modo viene messa in luce la crudeltà di alcuni personaggi e il desiderio d’indipendenza della donna.
Allo stesso modo Daisy Miller di Henry James, da donna leggera e civetta, vuole rappresentare il desiderio di libertà e indipendenza della donna, a dispetto di tutte le vecchie pettegole che la criticano e degli uomini che prima si accompagnano amorevolmente a lei e poi la abbandonano.
Conclusione
In ognuno dei romanzi commentati, Azar Nafisi e le sue allieve trovano spunti di discussione e riflessione che si connettono alla realtà che stanno vivendo. Le donne non hanno più libertà, sono in balia degli uomini, non possono più uscire liberamente e vestirsi come vogliono.
In quel salotto trovano un po’ di pace ma anche la consapevolezza di quello che stanno vivendo.
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