Daisy Miller è un classico abbastanza faticoso da leggere, nonostante la sua brevità. La storia è raccontata solo dal punto di vista del giovane protagonista, Winterburne, descritto come un giovane a modo. Per tutta la storia vivrà una situazione di incertezza riguardo l’innocenza della ragazza Daisy. È una ragazza pura e innocua o una manipolatrice? Anche il lettore ne dubita. Nonostante Daisy Miller non faccia nulla di male (uscire con chi vuole, fare tardi la sera, rinunciare allo chaperone) è schiacciata dal peso della morale e delle convinzioni vittoriane. Vediamo che lei, contestualmente al quel periodo storico, lei sembra effettivamente essere colpevole. Tuttavia, Daisy sta solo cercando di vivere una vita “non noiosa”, rispetto alle ragazze della sua età. Il signor Winterbourne si lascia influenzare dal pettegolezzo e dal pregiudizio della condotta della giovane, e non si decide mai a corteggiarla davvero.
Henry James ci fa capire quanto il pettegolezzo permei l’intera vicenda. Lo stesso Wintebourne ne è invaso poiché si dice che intrattenga una relazione con una donna sposata a Ginevra. Lui non è giudicato come Daisy la quale, essendo donna, non può essere libera e indipendente.
Daisy rappresenta la donna libera proveniente dal Nuovo Mondo, l’America, quel continente così disprezzato dalle signore del Vecchio Mondo. Daisy è una ragazza libera, con l’unica pecca di non attenersi alle convenzioni sociali della bella Europa. Le signore ben educate le voltano le spalle perché si accompagna a giovanotti con cui non si fidanza e non fanno caso alle leggerezze di Wintebourne.
Henry James tratteggia magistralmente una figura di ragazza libera, che è il primo passo verso lo scardinamento delle convenzioni sociali.